Riferimenti Normativi Nazionali
Linee Guida MASAF (ex MiPAAF) per la quantificazione dei volumi irrigui
Le Linee guida nazionali approvate con D.M. del 31/07/2015 definiscono i casi minimi in cui le Regioni devono stabilire gli obblighi di misurazione dei volumi d’acqua impiegati in agricoltura, relativamente a prelievi, restituzioni e utilizzi, sia per irrigazione collettiva che autonoma. Le linee guida, inoltre, individuano nel SIGRIAN il database di riferimento per la raccolta di dati di quantificazione di volumi irrigui.
Le linee guida indicano gli elementi da monitorare (prelievi, utilizzi, restituzioni), i soggetti preposti all’acquisizione e trasmissione dei dati di monitoraggio (enti irrigui o regioni), i metodi di quantificazione (misurazione o stima) e le cadenze temporali del monitoraggio e di trasmissione dei dai al SIGRIAN.
Per alcuni aspetti le Linee guida forniscono delle prime indicazioni riservando alle regioni, nell’ambito dei propri provvedimenti di recepimento, la possibilità di adattarne le previsioni alle proprie specifiche necessità (ad esempio per la definizione delle soglie di portata concessa oltre cui stabilire l’obbligo alla misurazione o sulla scelta dei metodi di stima da utilizzare).
Con propri provvedimenti, tutte le Regioni e le Province Autonome hanno recepito ed adottato le Linee guida MASAF (ex MiPAAF) (D.M. del 31 luglio 2015).
Le linee guida stabiliscono anche che per tutti gli interventi infrastrutturali di nuova realizzazione, di qualunque tipologia, finanziati da fondi europei, nazionali o regionali, le amministrazioni responsabili del finanziamento prevedono, nei relativi provvedimenti di concessione dei fondi, l’obbligo di trasmissione dei dati in formato SIGRIAN, come già previsto per il Piano irriguo nazionale (vedere specifiche tecniche qui allegate).
DECRETO 31 luglio 2015
MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Approvazione delle linee guida per la regolamentazione da parte delle Regioni delle modalità di quantifi cazione dei volumi idrici ad uso irriguo.
SPECIFICHE TECNICHE
Presentazione degli interventi su base SIGRIAN
Metodologie di stima dei volumi irrigui
Le linee guida prevedono la possibilità di ricorrere alla quantificazione indiretta dei volumi irrigui mediante stima laddove non sia obbligatorio installare i misuratori e/o nelle more della loro installazione. Nell’ambito del Tavolo permanente istituito dall’art. 3 del D.M. 31/07/2015, coordinato dal Capo del Dipartimento delle politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale del MASAF con il supporto tecnico del CREA, e per il quale ci si è avvalsi del contributo di esperti interni ed esterni all’Ente, è stato redato un documento contenente indicazioni per:
- stima dei volumi irrigui prelevati e utilizzati per l’irrigazione collettiva
- quantificazione dei volumi irrigui prelevati/utilizzati per auto approvvigionamento
- stima delle restituzioni al reticolo idrografico e dei rilasci alla circolazione sotterranea.
Per la stima dei volumi irrigui utilizzati per l’irrigazione collettiva, la metodologia individuata propone di stimare gli utilizzi equiparandoli ai fabbisogni irrigui, definiti utilizzando modelli di bilancio idrico, applicabili con diversi strumenti, oppure tramite altri modelli già in uso alle amministrazioni per la pianificazione della risorsa idrica a fini irrigui e che prevedano la stima dei fabbisogni irrigui.
Per la stima dei volumi irrigui prelevati/utilizzati per auto approvvigionamento, l’assunto di base è che i prelievi coincidano con gli utilizzi e, pertanto, la metodologia applicata è la stessa che per i volumi utilizzati per l’irrigazione collettiva, sostituendo al distretto irriguo le aree irrigate dal corpo idrico oggetto di concessione.
Con riferimento alle restituzioni al reticolo idrografico e ai rilasci alla circolazione sotterranea, vengono date indicazioni per la stima dell’insieme delle due componenti (rilasci + restituzioni) per l’intera stagione irrigua, approssimata come differenza tra il volume alla testa del distretto irriguo (misurato o stimato a partire dal volume misurato alla fonte) e i fabbisogni al campo (stimati secondo le metodologie proposte), purché sia presente almeno un punto di misurazione, al prelievo o alla testa del distretto irriguo.
I soggetti preposti alla stima dei volumi irrigui scelgono lo strumento di riferimento da utilizzare e procedono ad un test di verifica su aree pilota opportunamente individuate, con l’obiettivo di valutare, in collaborazione con CREA, la confrontabilità della stima con la misura e le modalità di trasferimento dei dati in SIGRIAN.
Metodologie di stima dei volumi irrigui
Tavolo permanente per la quantificazione dei volumi irrigui – (articolo 3 del D.M. 31 luglio 2015)
Metodologie di stima dei volumi irrigui (prelievi, utilizzi e restituzioni)
Ulteriori attività in corso
Il documento recante le metodologie di stima dei volumi irrigui contiene anche delle prime indicazioni sulle metodologie di validazione dei dati di monitoraggio da parte delle Regioni. Ad oggi è stata messa a punto una proposta metodologica, in corso di condivisone con le Regioni, che descrive con più dettaglio quali dati validare e i relativi criteri di validazione.
È in fase di elaborazione anche un documento di sintesi che descrive le modalità operative di aggregazione dei dati di volume utilizzati in autoapprovvigionamento e le relative modalità di trasmissione a sigrian da parte delle regioni, soggetto preposto all’invio dei dati già aggregati e validati. Il documento, predisposto anche in collaborazione con le Regioni durante numerosi incontri tecnici nel corso del 2017, descrive le diverse schede da inviare e il dettaglio delle informazioni:
- fonti di prelievo ad uso irriguo, con relative informazioni sulle concessioni e sui volumi prelevati (misurati o stimati) aggregati per comune, uso (irriguo o promiscuo), corpo idrico e presenza (o meno) di misuratori (per distinguere misurato da stimato)
- aree servite, aggregate a livello comunale e relative superfici irrigate, eventuali tipologie di sistemi di irrigazione e volumi utilizzati (dati stimati o misurati)
- colture praticate nelle aree servite e relative superfici investite, inizio e fine stagione irrigua e volume annuo per unità di superficie.
- tabella di collegamento tra fonte e area servita.
Analisi economica utilizzi idrici
SIGRIAN rappresenta uno strumento di supporto all’implementazione dell’analisi economica degli utilizzi idrici per il settore agricolo, di cui al Manuale operativo e metodologico per l’implementazione dell’analisi economica approvato con Decreto Direttoriale n. 574/STA del 6 dicembre 2018.
L’articolo 5 della Direttiva quadro acque (DQA- Direttiva 200/60/CE) stabilisce infatti che gli Stati membri provvedono affinché, per ciascun distretto idrografico siano effettuati un’analisi delle caratteristiche del distretto, un esame dell’impatto delle attività umane sullo stato delle acque superficiali e sulle acque sotterranee, e un’analisi economica dell’utilizzo idrico. L’articolo 9 inoltre, sancisce il principio del recupero del costo dei servizi idrici, compreso il costo ambientale e della risorsa, sulla base dell’analisi economica e, in particolare secondo il principio chi inquina paga.
L’analisi economica a livello di Distretto Idrografico è quindi il principale supporto all’ l’individuazione del costo ambientale e della risorsa nel rispetto degli obblighi sanciti dalla Direttiva Quadro Acque.
A livello nazionale, il riferimento metodologico per il recupero del costo degli utilizzi idrici è costituito dal Decreto 24 febbraio 2015, n. 39, approvazione delle linee guida per la definizione del costo ambientale e del costo della risorsa per i vari settori d’impiego dell’acqua.
Tale metodologia parte dalla valutazione delle pressioni e degli impatti sul sistema idrico, sulla cui base è possibile calcolare il costo ambientale a carico dell’utilizzo che ha generato tali pressioni.
Oltre al costo ambientale, le Linee Guida MASE (ex MATTM) identificano la componente di costo costituita dai costi finanziari, legati alla fornitura ed alla gestione degli usi e dei servizi idrici. La valutazione di tali costi è anch’essa un obbligo ai sensi della DQA.
Infine, l’allegato tecnico del D.M. 2015 n. 39 “Proposta metodologica per la rendicontazione (reporting) degli aspetti economici” riporta gli elementi essenziali da includere nell’analisi economica. Tra questi, le caratteristiche socio- economiche del Distretto idrografico.